La figura del guidatore dei team di husky, tra leggenda e realtà
Non c’è sleddog senza musher: se non vi è mai capitato di sentire questo termine, probabilmente non avete mai avuto a che fare in maniera diretta con lo sleddog e men che meno con l’esperienza di guidare una slitta trainata da husky sulla neve. Perché è esattamente questo che fa un musher: scopriamolo nel dettaglio.
Musher e cani da slitta
Il musher è il guidatore di un team di cani da slitta, cani di razza nordica selezionati per questo scopo e naturalmente predisposti a coprire lunghe distanze in condizioni climatiche avverse per l’uomo, ma favorevoli alla loro indole e al loro temperamento (scopri le razze di cani da slitta esistenti). Il termine “musher” deriva dall’inglese “mush”, che riprende a sua volta l’espressione franco-canadese “marche”. Oggi il termine “mush” non è più utilizzato come comando vocale impartito agli husky, ma descrive l’azione di guidare il team di cani da slitta.
In questo senso, il musher non è semplicemente colui che viaggia a bordo della slitta ma un vero e proprio conducente: si posiziona in piedi, con le gambe sui pattini della slitta, e comanda l’andatura del team di cani da slitta mediante una serie di specifici comandi vocali, che gli animali riconoscono e in base ai quali adeguano comportamento e marcia.
Musher famosi e come diventare musher
Le origini dello sleddog, che risalgono a tempi antichi e tendono a sconfinare nella leggenda, hanno contribuito a rendere il musher una sorta di figura mitologica. Nelle terre gelate del Grande Nord e nel periodo della corsa all’oro spesso le slitte con i cani rappresentavano l’unico mezzo di trasporto praticabile per spostarsi da un paese all’altro, ma anche per la consegna di posta e merci, come ci ricorda la storia di Balto del 1925. In tali contesti i musher erano uomini capaci di imprese al limite dell’umano, sfidando condizioni climatiche e ambientali proibitive in compagnia dei loro husky.
Tra le figure di musher più famosi dell’immaginario collettivo troviamo per esempio Scotty Allan, l’americano di origine scozzese considerato il primo vero musher professionista della storia, che ispirò Jack London per il protagonista del romanzo Il richiamo della foresta, e Leonhard Seppala, il musher che prese parte alla cosiddetta “corsa del siero” (Serum Run) – la staffetta di slitte e team di husky che nel 1925 trasportò i farmaci anti-difterite fino a Nome – compiendo da solo 91 miglia, oltre il doppio di tutti gli altri colleghi.
Oggi il ruolo dei musher è celebrato in occasione delle più importanti gare e competizioni sleddog in tutto il mondo, prima fra tutte la mitica Iditarod, ma il loro impegno e la loro passione sono fondamentali sempre: sono loro infatti ad occuparsi durante tutto l’anno dell’accudimento, dell’allenamento e della vita dei cani da slitta, animali con indole votata alla corsa, alla competizione e alla fedeltà nei confronti del proprio padrone.
Qui all’Husky Village tutti hanno la possibilità di diventare musher per un giorno, partecipando a un’esperienza sleddog in Valtellina durante l’intera stagione invernale: guidare una slitta trainata da husky lungo un percorso innevato immerso nei boschi delle Alpi per provare l’emozione di un’escursione nella natura in compagnia di questi animali meravigliosi.